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In un contesto dinamico e in continua evoluzione, il Design Thinking è un approccio efficace che permette di ascoltare tutti i punti di vista e fa convergere le esigenze di tutti gli stakeholder verso l’adozione di soluzioni vincenti e innovative. Utilizzare questo approccio di progettazione collaborativa da solo non è sufficiente: serve infatti abbracciare una mentalità innovativa e aperta a tutte le possibilità.

Il mind shift necessario a promuovere il cambiamento

Il processo di Design Thinking parte dalla definizione dei problemi e arriva a progettare un nuovo prodotto o servizio passando dall’analisi del contesto, dall’ascolto degli stakeholder fino ad arrivare all’ideazione e alla prototipazione di una soluzione. In tutto questo, il classico modello di progettazione top-down viene ribaltato a favore di una maggiore focalizzazione sulle esigenze delle persone e sugli obiettivi di business, la cui soddisfazione porterà ad un naturale sviluppo del business.

Per mettere le persone al centro è necessario prima di tutto un cambio di prospettiva e un’evoluzione culturale dell’organizzazione che parta da questi presupposti:

  • Essere aperti all’altro, sia esso utente finale o collega, guardando ai contributi delle persone e ai loro punti di vista come un valore aggiunto e non come una posizione dalla quale doversi difendere. Questo atteggiamento positivo fa spazio a strade inesplorate ed è terreno fertile per la crescita di nuove idee e soluzioni.
  • Non farsi bastare le supposizioni, ma prendere decisioni basate su una ricerca o su dati che provengono direttamente dalla fonte, dagli utenti finali, e non dalle idee e dalle percezioni del team di lavoro, idee che sebbene possano essere giuste e ragionevoli, vanno validate.
  • Credere nel processo senza farsi prendere dal panico se all’inizio i risultati non sono evidenti. Solo dedicando il giusto tempo all’analisi e alla ricerca è possibile identificare i problemi alla radice e comprendere la complessità senza correre il rischio di una eccessiva semplificazione, che rischia di far fallire anche i progetti migliori.

Scopri il Design Thinking attraverso 5 casi pratici

Design Thinking Workshop, i nostri consigli per farlo funzionare

Nella pratica, il Design Thinking prevede un lavoro di progettazione ad hoc, generalmente suddiviso in diverse sessioni di co-design guidate da esperti facilitatori che hanno il compito di strutturare le attività e favorire il contributo dei partecipanti.

I workshop di co-design che realizziamo in collaborazione con i nostri clienti, iniziano sempre con una premessa: tutti i partecipanti presenti sono invitati sulla base delle loro conoscenze e sono fondamentali nel portare il proprio know-how a fattor comune. Al contrario, i facilitatori sono esperti nel guidare un workshop di design, ma la maggior parte delle volte hanno una conoscenza parziale o non ancora approfondita degli argomenti in oggetto.

Il workshop funzionerà solamente se i partecipanti saranno disponibili a condividere tra di loro e con i facilitatori il loro sapere personale e a farsi guidare attraverso il percorso che è stato preparato. Questa disponibilità si traduce anche nel lasciarsi condurre nelle attività, lasciando spazio ad un clima positivo e aperto a tutte le idee, e nell’avere fiducia nel metodo e nel processo che si è scelto di adottare

Fatta questa doverosa premessa, ecco i nostri 5 consigli per facilitare un workshop di co-design:

1. Costruire un team di lavoro completo e organizzato.
È fondamentale riunire attorno al tavolo di lavoro almeno un rappresentante per ogni tipologia di stakeholder, invitando anche coloro che hanno una migliore conoscenza degli utilizzatori finali. Coinvolgere direttamente questi ultimi è un’ulteriore garanzia per individuare soluzioni pregnanti ed efficaci. Inoltre, è bene siano coinvolti anche coloro che hanno maggiore peso decisionale e una chiara visione sulla strategia a lungo termine per quanto riguarda l’argomento del progetto. Se il workshop si inserisce in una serie di incontri, è utile che il team di lavoro sia consistente durante tutte le sessioni, mantenendo la continuità dei referenti, anche se alle volte potrebbe essere necessario coinvolgere nuove persone.

2. Partecipazione attiva al 100%.
Per una buona riuscita del progetto, è necessaria la partecipazione attiva e continuativa del team di lavoro. Un workshop non è un semplice meeting al quale partecipare in modo passivo: perché sia efficace è richiesto il coinvolgimento attivo e reale di tutti i presenti. Una sessione di co-design non è efficace se i partecipanti si distraggono uscendo e rientrando in continuazione, rispondendo al telefono o consultando le e-mail: è necessario dedicare tempo e focalizzarsi sulle attività.

3. Favorire apertura e condivisione.
Altro ingrediente utile per la buona riuscita di questi appuntamenti è avere un atteggiamento di apertura verso il contributo di tutti, accogliendo le idee e le soluzioni più varie. Occorre quindi che ci sia un momento nel quale tutti hanno piena libertà di proporre soluzioni prima di dedicare tempo e spazio alla razionalizzazione e alla verifica della fattibilità di tutte le proposte.

4. Gestire le divagazioni.
Durante le sessioni di co-design è fisiologico che dal confronto tra i membri del team escano argomenti che non erano previsti dalla scaletta. Talvolta questo porta a delle svolte positive sul progetto ed è giusto trovare il tempo da dedicare alla discussione affinché porti i suoi frutti. In altri casi, il tema che emerge potrebbe essere fuorviante e comportare una perdita di tempo. Anche se a volte la differenza è sottile, è fondamentale distinguere la natura di questa deriva e saper accantonare la discussione su argomenti non pertinenti per sedi più appropriate.

5. Approvare i risultati intermedi.
Ogni workshop è strutturato in modo tale da generare dei risultati utili a far avanzare il progetto. Per ottenere questo è importante che il gruppo sia in grado di approvare delle scelte che non verranno rimesse in discussione: in questo modo si definiranno delle “pietre miliari” utili a procedere con gli step successivi.

Abbracciare il Design Thinking come approccio è senza dubbio un percorso ricco di sfide, ma allo stesso tempo è un’occasione per far emergere grandi opportunità. Per ottenere dalla collaborazione delle persone innovazione e dinamismo è fondamentale dedicare il giusto tempo all’implementazione di questo metodo e, ancora di più, è importante farsi guidare e consigliare da esperti capaci di massimizzare i benefici e i vantaggi che un co-design workshop può portare.

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Lucia Cosma
User Experience Designer

Lucia progetta servizi e prodotti digitali con un approccio olistico, che tiene conto delle esigenze degli utenti e del business. Combinando una serie di tecniche di Service Design, Co-design e Design Thinking, Lucia in Intesys cura l’esperienza utente e la fattibilità delle soluzioni proposte.

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