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La trasformazione digitale, più volte lo abbiamo ripetuto, non è un affare di tecnologia ma di leadership e visione.
Se da una parte la parola digitale invita subito a pensare all’informatica, dall’altra la parola trasformazione sposta il focus verso il significato di radicale cambiamento, e si sa, quando c’è da trasformare e mettere in discussione tutto, c’è bisogno di persone che sappiano guidare e motivare attraverso i potenziali pericoli derivati dall’agire nel modo sbagliato o, come accade molto più spesso, dal non agire affatto.

Chi sono le professionalità protagoniste di questo cambiamento?

Quando parliamo di trasformazione digitale intendiamo quell’insieme di cambiamenti tecnologici, culturali, organizzativi, manageriali e anche sociali per l’ideazione di nuove modalità operative e nuovi servizi. Questi ultimi devono essere fruibili senza limiti di tempo e di luogo e progettati secondo i principi di condivisione e inclusione di tutti i portatori di interesse, mettendo al centro il destinatario finale del servizio stesso. A tal fine, la tecnologia è solo un fattore abilitante, mentre le persone giocano un ruolo fondamentale per il successo del processo di trasformazione.

Senza l’evoluzione delle competenze e della cultura aziendale non ci sarebbe alcuna trasformazione.

Dal punto di vista della realizzazione e della progettazione, gli attori della rivoluzione digitale sono senza dubbio tutti quei profili che dominano le tecnologie e le metodologie abilitanti. Troviamo per esempio gli esperti in Service Design, i Software Architect, i Big Data Analyst, i professionisti dell’Open Source e delle metodologie Agile, ma quando c’è in ballo la rivoluzione, sono i leader che fanno la differenza. Vediamo chi sono i professionisti di cui si devono dotare le aziende per governare la quarta rivoluzione industriale.

1. Innovation Manager
Al primo posto dei profili protagonisti della trasformazione digitale troviamo l’Innovation Manager, una figura complessa che deve:

  • conoscere le opportunità offerte dalla tecnologia nell’innovazione di processo e di prodotto,
  • possedere un pensiero manageriale,
  • facilitare i percorsi di ricerca e sviluppo non solo di prodotto ma anche di organizzazione e metodo.

L’Innovation Manager deve portare all’interno della propria organizzazione la cultura, la creatività e la spinta al cambiamento proprie del digitale.
Nel nostro tessuto industriale, particolarmente caratterizzato dal manifatturiero, l’Innovation Manager è il protagonista della cosiddetta Industria 4.0 e potrebbe essere descritto come un Responsabile Operations in chiave digital. Nel mondo dei servizi, invece, è più orientato all’esplorazione delle opportunità proprie della Digital Transformation e dell’innovare le dinamiche legate alla relazione con i clienti e alle nuove modalità di fruizione delle informazioni.
La strategicità di tale figura professionale è mostrata anche dalla recente misura introdotta nella Legge di Bilancio 2019, che prevede nuovi incentivi alle imprese che ricorrono alla consulenza specialistica di Innovation Manager in grado di supportare i processi di trasformazione digitale.

2. Chief Digital Officier (CDO)
Un’altra figura strategica nel contesto della Digital Transformation è il cosiddetto Chief Digital Officier, che molto spesso coincide o sostituisce il Chief Information Officer o Direttore dei Sistemi Informativi ma che, in realtà, dovrebbe aggiungere alle competenze tecnologiche di quest’ultimo doti manageriali di business modelling, sensibilità ai temi della comunicazione e del marketing, capacità progettuale rivolta all’innovazione di processo e di prodotto.

Il CDO è una figura orientata anche all’esterno della propria organizzazione, capace di innovare ed estendere i processi anche al di fuori del perimetro della propria azienda, includendo tutta la catena del valore composta da partner e fornitori ma soprattutto clienti, che devono essere i protagonisti della sua azione, come richiesto dalla cultura del digitale centrata sui bisogni delle persone e sui valori della condivisione e dell’apertura.
Purtroppo, in troppe occasioni il dipartimento IT è stato percepito come un costo necessario per sostenere il business prima che un investimento per innovarlo e trasformarlo. Un errore che ai tempi del digitale non si può più commettere: sarebbe un limite alla potenza della trasformazione che il Chief Digital Officer deve guidare per determinare un cambiamento culturale e metodologico che abiliti l’evoluzione del business.

3. Responsabile della Transazione Digitale (RTD)
Anche nella Pubbliche Amministrazioni è stata individuata e normata un figura per guidare gli enti verso un percorso di trasformazione digitale: il Responsabile della transazione Digitale.
Reso obbligatorio dall’articolo 17 del Codice per L’amministrazione Digitale e la cui nomina è stata sollecitata dall’attuale ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Buongiorno con la circolare n. 3 del 1 ottobre 2018, il Responsabile della Transizione al Digitale è una figura dirigenziale che risponde direttamente all’apice dell’ente (per esempio in un Comune riporta al Sindaco) e che, in sostanza, somma le doti e le competenze dell’Innovation Manager e del Chief Digital Officer.
Il Responsabile della Transizione al Digitale è quindi una figura manageriale apicale all’interno dell’amministrazione con competenze tecnologiche, informatico-giuridiche e organizzative e che ha poteri di impulso e coordinamento nel percorso di semplificazione e crescita inclusiva delle Pubbliche Amministrazioni. La sua missione è di innovare i processi e le procedure interne ma sempre con un focus particolare verso il rinnovamento delle interazioni con i cittadini per restituire trasparenza, immediatezza e servizi fruibili e aperti.
E visto che non si possono vincere battaglie con solo i generali, l’ articolo 17 del Codice dell’Amministrazione Digitale obbliga tutte le amministrazioni a individuare anche un ufficio per la transizione alla modalità digitale, sotto la responsabilità del RTD, a cui competono i processi organizzativi necessari alla realizzazione di un’amministrazione digitale e all’erogazione di servizi fruibili, utili e di qualità.

La tua azienda è pronta ad affrontare la trasformazione?

Il Codice dell’Amministrazione Digitale entra nel dettaglio delle competenze tecniche manageriali e di leadership del Responsabile della Transizione Digitale, che ne fa una figura decisamente evoluta, per cui è lecito chiedersi se, effettivamente, si sia compreso il reale valore di una tale professionalità e se sia effettivamente così diffusa e presente nel mercato, e questo vale anche per i suoi colleghi nel mondo privato: l’Innovation Manager e il Chief Digital Officer.

Nell’efficiente cruscotto che monitorizza i dati sull’avanzamento della trasformazione digitale del Paese, è riportato il numero dei responsabili nominati ad oggi: 4.416, ma il solo numero di enti che hanno adempiuto all’obbligo di nomina poco ci può dire sulle reali possibilità che questi hanno di determinare il cambiamento ambizioso che sono chiamati a realizzare.

Secondo la ricerca di TAG Innovation School, in collaborazione con Cisco Italia e Intesa Sanpaolo, realizzata su un campione di 550 aziende medio piccole italiane, il 32% dichiara di volere assumere una figura professionale esperta di trasformazione digitale entro il 2020. Un fenomeno inevitabile se si pensa a come la rivoluzione digitale abbia modificato radicalmente il business. Per sopravvivere sul mercato le aziende sono chiamate ad innovare i propri modelli di business e la propria organizzazione. La sola innovazione tecnologica non basta, servono figure strategiche in grado di guidare l’azienda nella trasformazione e accompagnarla nel miglioramento delle strategie di business.

E la tua azienda è pronta?

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