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Quando la Lombardia è stata istituita “zona rossa”, ho dovuto accettare di lavorare da casa. Devo dire che all’epoca – anche se parlo di qualche giorno fa, sembra passata una vita – non avevamo molto chiara la gravità della situazione. Vivevo lo smart working come una specie di “confino”, anche perché la maggior parte dei miei colleghi stava ancora andando in ufficio regolarmente.
Dopo oltre una settimana di lavoro da smart working, ecco alcune regole che mi sono imposto per gestirlo al meglio.

Dal lavoro tradizionale allo smart working

“Poco male – ho pensato ingenuamente – approfitterò di questo periodo per dedicarmi di più a me stesso: leggerò, farò molto sport e passerò più tempo all’aria aperta”. Quanto mi ero illuso: in realtà non sono (quasi) riuscito a fare nulla di tutto ciò. Non solo – e non tanto – per le direttive sempre più stringenti del premier Conte, che ci hanno praticamente costretti tutti a casa, ma perché le dinamiche del gigantesco smart working collettivo che si è venuto velocemente a creare non mi hanno lasciato grande spazio di azione. Anzi, potrei dire che ne sono stato travolto.

L’ondata dello smart working di massa sta di fatto investendo ogni tipo di azienda. Certo, esisteva già prima, ma un conto è avere un numero ristretto di dipendenti che lavorano da remoto una volta a settimana, un’altra cosa è portare uffici, team e aziende intere in smart working integrale. Un cambio così brusco e di queste dimensioni comporta delle complessità di gestione non indifferenti, sia per il business che per ciascuno di noi, quando mancano delle istruzioni per un “utilizzo ottimale”.

Ora che è importante che più persone possibile stiano in casa, il ruolo che lo smart working sta avendo nell’emergenza in corso è fondamentale nell’aiutare le imprese a garantire la continuità del business attraverso la digitalizzazione, tutelando il benessere e la salute dei collaboratori.
L’isolamento forzato e la mancanza di relazioni interpersonali potrebbero però metterci in difficoltà, influenzando fortemente il modo in cui lavoriamo: le videoconferenze si moltiplicano, si susseguono e si allungano, orientarsi tra i diversi device e tool a disposizione può creare confusione, e molte conversazioni rischiano di risultare fini a sé stesse.

In questa situazione totalmente inedita, in cui davvero tutti siamo a casa (io, i colleghi, i clienti, le aziende partner), ognuno di noi ha davanti a sé almeno due o tre device con l’enorme bisogno di ricreare artificialmente l’esperienza di relazione di un giorno lavorativo tradizionale. Il rischio è che si inneschino comportamenti fortemente stressanti, in cui le dinamiche di uno smart working “forzato” potrebbero travolgerci.

Le 10 regole per gestire lo smart working in modo ottimale

Nel contesto di emergenza attuale, lo smart working sta dando prova della sua reale efficacia, risultando a tutti gli effetti uno strumento utile e vantaggioso per lavoratore e azienda. Molte attività possono essere realizzate da casa, con un notevole risparmio di tempi/costi/consumi e facendo un grossissimo piacere all’ambiente. Perché ci sia d’aiuto il più possibile c’è bisogno allora di regolarlo in qualche modo, esattamente come facciamo con la nostra giornata lavorativa in ufficio.

Per questo ho deciso di adottare d’ora in avanti una serie di regole che possono agevolarmi nella gestione di queste giornate così statiche ma al contempo paradossalmente frenetiche:

  1. Riservarsi del tempo ad inizio giornata per gestire le attività e definire le priorità, massimizzando la gestione del tempo.
  2. Mai fissare una videoconferenza dopo l’altra: lasciare un cuscinetto di almeno mezzora per riposare, rinfrescare la mente, organizzare le idee e le attività.
  3. Se una videoconferenza supera l’ora e mezza di durata, spezzarla con una o più pause.
  4. Evitare di organizzare videoconferenze con troppi partecipanti, con il rischio di scarsa attenzione e poco coinvolgimento.
  5. Evitare di organizzarne, se non c’è un vero e proprio obiettivo.
  6. Diminuire il numero di tool e device in cui essere reperibile contemporaneamente, favorendo una buona comunicazione multicanale.
  7. Sforzarsi di usarne soltanto uno alla volta, due al massimo, prestando attenzione a quello che si sta facendo e limitando un multitasking dispersivo.
  8. Fare almeno una pausa di 15’ a metà mattina ed una a metà pomeriggio, alzandosi e facendo un po’ di movimento.
  9. Andare in bagno!
  10. Ricordarsi di bere (e magari mangiare della frutta).

Se riuscirò a rispettarne almeno la metà, di sicuro mi aspettano delle giornate molto più soddisfacenti e aumenterà il mio livello di benessere ?

Attiva lo smart working in pochi giorni

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Alberto Mariutto
Inbound Marketing Strategist

Inbound Marketing Strategist di Intesys, Alberto accompagna i clienti nello sviluppo di progetti di Digital Marketing che siano in grado di raggiungere gli obiettivi di business, e al contempo permettano agli utenti di soddisfare i propri bisogni o desideri.

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