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Il successo di qualsiasi impresa dipende in buona parte dal motore tecnologico che la alimenta. I PC, i dispositivi mobile, le reti, i dati, i server, gli applicativi e i sistemi di comunicazione aziendale creano infatti una piattaforma sinergica su cui poggia il business aziendale, indipendentemente dalle dimensioni dell’organizzazione e dal mercato in cui opera.
La gestione IT va ad assumere un ruolo strategico per acquisire e mantenere competitività e resilienza sul mercato: capiamo insieme perché e quali sono i rischi di un IT management inefficiente.

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Il ruolo dell’IT nella corsa alla digitalizzazione

L’IT management, ovvero la gestione integrata di servizi e tecnologie IT, è diventato negli anni un fattore di rilevanza strategica. In aggiunta al suo ruolo tradizionale di garante della continuità del business, l’IT è diventato anche il principale fattore di innovazione nel contesto aziendale, su cui le imprese basano il proprio vantaggio competitivo. A titolo d’esempio, l’IT:

Alimenta i nuovi paradigmi di lavoro agile con cui le aziende ottengono più produttività, trattengono i talenti e ne acquisiscono di nuovi;

Valorizza i dati dell’azienda e abilita decisioni data-driven che la rendono più competitiva;

Gestisce sinergicamente i sistemi di comunicazione aziendale, adeguandoli ai nuovi paradigmi di lavoro e di interazione;

Garantisce la business continuity, ovvero l’accesso continuo e ininterrotto agli applicativi aziendali da cui dipendono i processi mission-critical. In tal senso, il comparto tecnologico aziendale è il garante della resilienza dell’impresa.

Non tutte le imprese sono pronte: perché?

Nonostante la centralità dei servizi IT sia ampiamente riconosciuta sia sotto il profilo operativo che strategico, non tutte le imprese sono attrezzate a tal fine e, in alcuni casi, non c’è nessuno che si occupi internamente delle attività IT.

Iniziando con le PMI, solo il 7% può contare su un gruppo dedicato e composto da più di 10 persone, mentre nella maggioranza dei casi (62%) non si superano le 5 unità (Capterra). Colpisce inoltre il fatto che il 31% delle imprese non abbia un responsabile per il digitale. Tutto ciò rende complesso gestire efficacemente un intero ecosistema di soluzioni e tecnologie, poiché ciò richiede diverse competenze specialistiche nonché l’aggiornamento continuo di ognuna di esse.

Molte imprese, quindi, faticano ad avere un IT adeguato alle proprie ambizioni. Ciò dipende da diversi fattori:

  • Vincoli di bilancio e conseguente allocazione della spesa su altri progetti;
  • Skill Gap: il mercato è avaro di competenze tecniche necessarie per orchestrare sistemi e complessità tecnologiche. Molte aziende riconoscono la necessità di gestire al meglio la propria infrastruttura tecnologica, ma non sanno a chi rivolgersi. Il 42% di PMI e PA, per esempio, soffre fortemente la mancanza di personale IT in grado di implementare sistemi gestionali (Osservatori PoliMI e Assosoftware);
  • Priorità di riduzione dei costi IT, approccio che di fatto blocca l’innovazione.

Infine, ma non per importanza, bisogna considerare il ruolo e la rilevanza delle imprese con meno di 10 dipendenti. Se è vero che le 220mila PMI italiane rappresentano la spina dorsale del sistema economico, cui contribuiscono con il 41% del fatturato nazionale (e il 33% degli occupati), l’Italia è soprattutto un Paese di microimprese, con il 94,4% del totale e il 41,9% degli addetti. Per chiari limiti dimensionali, le microimprese non possono avere un IT strutturato e spesso è lo stesso imprenditore ad occuparsi anche del comparto tecnologico aziendale.

Il costo (molto salato) di un IT management approssimativo

Fortunatamente, molte aziende hanno capito che la gestione efficiente dell’infrastruttura e del parco applicativo aziendale non è una spesa, bensì l’opportunità per ridurre i costi operativi. In altri termini, ignorare la gestione IT, eseguirla senza competenze specialistiche o in modo approssimativo rischia di essere costosissimo per l’azienda, sia in termini economici che reputazionali. Tra i fattori di rischio più comuni, segnaliamo:

Business Continuity

Il guasto di un sistema o di un apparato di rete può bloccare l’operatività dell’intera azienda e tradursi in costi elevatissimi, anche in termini di penali contrattuali. Il problema si risolve progettando e implementando un business continuity plan, che fa parte della gestione dell’IT.

Cyber Crime

Secondo l’ultimo Rapporto Clusit, le attività cyber criminali sono aumentate, in Italia, di un ulteriore 10% nel 2021. Nessuna azienda è immune al fenomeno, ma l’innovazione è talmente veloce che solo tecnologie e competenze dedicate (nonché un’awareness pervasiva) possono arginarlo.

Data Breach

Gli attacchi cyber non mettono soltanto a rischio la continuità del business, ma anche la riservatezza dei dati: dati dei propri clienti, segreti industriali, informazioni sui processi produttivi, dati dei dipendenti e molto altro. Il costo medio di un data breach è stato quantificato in 4.24 milioni di dollari (IBM).

Reputation

Tra i costi più alti di un IT management approssimativo ci sono quelli indiretti, primo fra tutti il crollo reputazionale. Acquistereste da un’azienda che si è fatta sottrarre i vostri dati personali?

Sanzioni

Una buona gestione dell’IT mette l’azienda al riparo da potenziali sanzioni per mancata conformità normativa. Ogni organizzazione è infatti soggetta a vincoli di gestione delle informazioni che derivano da regolamenti di natura generale (GDPR) oppure da normativa settoriale (food, pharma, finance…).

Competitività

I mercati chiedono agilità. Le imprese devono essere smart, veloci, attente al cliente e alla sua Customer Experience. Solo l’adozione di tecnologie innovative permette alle organizzazioni di raggiungere questi obiettivi. Non investire significa fornire un vantaggio ai propri competitor.

Diverse strade ma una sola certezza: l’IT va gestito

La gestione dell’IT è fondamentale per l’innovazione e la resilienza dell’impresa. Per quanto farne a meno sia impossibile, non c’è una sola strada per il successo: a quella tradizionale, che consiste nel dotarsi di tutti gli apparati e le competenze gestionali specialistiche, il mercato somma la carta dell’outsourcing, che di fatto delega a un provider specializzato la responsabilità su specifici ambiti o sull’intero comparto IT aziendale. A prescindere dalla scelta, che dipende da diversi fattori, solo una gestione professionale del comparto tecnologico permette alle aziende di vincere le sfide dei mercati e di avvicinarsi al proprio futuro.

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Massimo Recchia
Cloud Solution Architect

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