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Offrire sempre maggiori servizi IT e farlo in modo rapido e sicuro è difficile; pensare di doverlo fare manualmente è abbastanza improbabile. Se prima per gli operatori IT era la normalità realizzare le infrastrutture in modo manuale, nell’epoca della digital transformation questo comporta rischi per i clienti che possono portare anche al fallimento del progetto.
Perdita del know-how, rischio di vendor lock-in, sovraccarico di lavoro per gli operatori, inefficienza gestionale e operativa sono solo alcuni dei problemi della gestione manuale dei processi: bisogna rispondere alle nuove esigenze di mercato ricorrendo all’automazione della realizzazione e gestione dell’infrastruttura. Approfondiamo quindi perché l’Infrastructure as Code (IaC) è vantaggiosa e come adottarla tramite strumenti come Ansible Tower.

Infrastructure as Code: perché sì?

Con la crescita della digitalizzazione sono sempre di più i servizi IT offerti dalle aziende: non sempre, però, ci si rende conto da dove provengono. La parola magica è infrastruttura: questa è composta da hardware (capacità computazionale, storage di dati, rete, etc.) e software, i quali danno vita alle soluzioni IT che garantiscono la business continuity delle aziende nel contesto odierno.
Ma adesso proviamo a immaginare la frequenza con la quale i team IT sono costretti a rilasciare nuovi servizi tecnologici per stare al passo con il mercato: ebbene, diviene impossibile nel 2022 farlo ancora manualmente, motivo per cui oggi parliamo di Infrastructure as Code (IaC).

L’IaC, infatti, indica proprio il processo di automazione dell’infrastruttura, approcciando la gestione e il provisioning della stessa tramite la scrittura e l’esecuzione di codice anziché manualmente.

Questo alleggerisce di molto il carico degli operatori, che non dovranno più operare manualmente su server, SO, storage e altri componenti ogni volta che dovranno rilasciare una nuova applicazione. Con l’automazione tutto il processo di rilascio di una nuova infrastruttura viene semplificato, dalla richiesta del cliente fino al rilascio in ambiente di produzione, mitigando ogni rischio tipico della gestione dei processi manuali.

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Innanzitutto, con l’IaC il know-how inerente all’infrastruttura rimane in azienda e non presso le persone, potendolo in questo modo sfruttare per futuri progetti IT anche in assenza del precedente team. Il censimento delle operazioni viene facilitato, mentre la replicabilità dell’infrastruttura è una conseguenza gratuita di tutto questo processo. Inoltre, la ripetibilità del provisioning dello stesso ambiente fa sì che, traslando automaticamente le specifiche del codice, si evitino rischi come eventuali modifiche non documentate, errori invece possibili in caso di gestione manuale. Anche il rischio di vendor lock-in viene di molto ridotto, perché il cambio di tecnologia è reso veloce e flessibile semplicemente traslando i codici da un ambiente all’altro (molto spesso i medesimi software di IaC sono capaci di interfacciarsi con diversi vendor).

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I vantaggi di un IaC

Volendo riassumere, ecco i principali vantaggi dell’automazione dell’infrastruttura tramite codice:

1

Efficienza in termini di costi e tempi: sia grazie alla flessibilità e alla velocità dell’automazione, sia per la riduzione del carico dei tecnici; 

2

Standardizzazione e riduzione degli errori: la gestione automatizzata riduce errori di trascrizione manuale; 

3

Replicabilità: è idempotente, la possibilità di replicare gli stessi risultati in diversi contesti; 

4

Maggiore affidabilità degli accessi: puoi limitare e controllare meglio gli accessi all’infrastruttura. Inoltre, anche gli standard di policy e sicurezza sono definiti e applicati a tutte le fasi di sviluppo; 

5

Monitoring: il codice che descrive l’infrastruttura può essere facilmente revisionato nel tempo rintracciando eventuali errori o cause di problemi; 

6

Test: grazie alla replicabilità, l’infrastruttura può essere testata in ambienti di prova prima di essere rilasciata ufficialmente, migliorando così il servizio al cliente. 

Con questi presupposti, più che chiedersi “Perché passare a una IaC?”, sarebbe meglio porsi la domanda opposta: “Perché no?”.

Ansible Tower: un tool per l’automazione

Il primo passo per automatizzare la propria infrastruttura è capire come farlo, ovvero selezionare lo strumento di automazione: la scelta deve ricadere su quello che si adatta meglio alle caratteristiche dell’ambiente IT dell’azienda.

Ansible Tower, ad esempio, è un’interfaccia web con la quale si possono lanciare con un click le varie pipeline di installazione e configurazione ed è uno dei più usati per l’IaC. Infatti, è un motore di automazione cloud native e open source che consente di predisporre i playbook – un insieme di tutte le attività da svolgere – per creare, gestire e replicare le caratteristiche dell’infrastruttura.

Le caratteristiche di Ansible Tower rispondono a tutte le esigenze di un’azienda che vuole automatizzare la propria infrastruttura:

Dashboard intuitiva

Controllo degli accessi in base ai ruoli

API REST documentata

Integrazione con i principali ambienti cloud

Flussi di lavoro multi-playbook

Grazie a strumenti come Ansible, i team IT possono procedere con l’automazione delle infrastrutture riuscendo a replicare più facilmente le best practice per numerosi progetti, garantendo la business continuity alle aziende.

Scopri di più sul mondo dell’ IaC e approfondisci ulteriori tecnologie per la business continuity della tua azienda: sono disponibili le videoregistrazioni e i materiali di  API date, evolvere e governare le architetture IT.

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Paolo Varalta
Cloud & System Architect

Amante dell'automazione, del monitoraggio e della documentazione, Paolo in Intesys Networking si occupa di gestione dei sistemi e di organizzare i vari servizi offerti dall'azienda.

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