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Tante volte nel marketing sentiamo parlare di ciclo di vita del prodotto: ebbene, anche nel mondo IT ce n’è uno, ed è quello delle API. L’unica differenza è che, mentre un prodotto può attraversare la fase di declino ed essere ritirato dal mercato, le API sono nate per non morire: vediamo insieme la gestione delle API nei vari stadi di maturità per renderle sempre responsive alle nuove e mutate esigenze del business.

API: nascono, crescono… ma non muoiono

Le API non sono una novità nel panorama IT, ma continuano a essere un topic-leader indiscusso degli ultimi anni: una ricerca di ProgrammableWeb ha messo in evidenza come la curiosità intorno al mondo delle API sia nata nel 2005 e ancora oggi continua ad alimentarsi; infatti, circa l’88% di imprese globali ha adottato – con intensità diverse – un paradigma basato sulle API.

Il motivo di questo “entusiasmo” è da ricercare sicuramente nei vantaggi che apportano ai progetti IT:

Flessibilità;

Sicurezza;

Agilità;

Efficienza;

Scalabilità.

In questo modo le aziende riescono a guidare i propri progetti IT creando valore, migliorando la User Experience e arrivando a soluzioni IT innovative.

Ma questo non è un articolo sui vantaggi delle API: piuttosto, potremmo chiederci come mai – nonostante sia emerso nel 2005 – a distanza di 17 anni sia un argomento ancora così innovativo.

Le API come tutti noi crescono. Prendiamo in riferimento il famoso ciclo di vita del prodotto (scomodando un attimo il nostro amico Marketing).

Le vendite di un prodotto – dal momento in cui viene immesso nel mercato – hanno una propria evoluzione; con le dovute eccezioni e casistiche, arriva il momento in cui le vendite iniziano a crollare e il prodotto è nella fase di maturità: a questo punto o il prodotto viene rilanciato con alcune azioni di marketing, o semplicemente entra nella fase di declino e viene eliminato dal mercato.

Possiamo usare questo grafico anche per spiegare il lifecycle delle API:

Dato che sono nate per non morire, in qualche modo devono restare perennemente ferme nella fase di Maturità senza mai incontrare quella di declino, quindi i reparti IT devono essere concentrati nell’aggiornarle continuamente.

Dopo che un’API è stata lanciata, gli sviluppatori devono gestirla in modo tale che si possa integrare con tutte le future applicazioni. L’API Management è importante perché assicura la sopravvivenza, la sicurezza, l’affidabilità e la qualità degli ecosistemi basati su API nel medio-lungo periodo.

Il lifecycle management richiama tutto un mondo su API security, API Analytics e API Governance necessario a far sì che le API non tradiscano il motivo per il quale sono nate: erogare in modo più flessibile servizi di business. Nel 2022 questo argomento è ancora più importante, con la pandemia c’è stata una brusca accelerazione della digitalizzazione e le esigenze del business sono mutate; il business varia continuamente i propri requisiti, quindi le API devono evolvere nel tempo e le aziende devono poter mappare questi nuovi requisiti per non incombere in disastri tecnologici e di offerta del servizio al cliente.

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API Maturity Model: i vari livelli di maturità

Conoscere i vari stadi di maturità delle API è importante perché permette alle aziende di visionare un percorso chiaro e di identificare i punti di forza e di miglioramento per far giungere le API a livelli di maturità più elevati.

In particolare, per gestire la maturità delle Application Performance Interface bisogna muoversi lungo sei macro-assi:

1

Lifecycle Management;

2

Security;

3

Performance;

4

Observability;

5

Community;

6

Commercial.

Ognuno di questi assi si divide a sua volta in diversi livelli di maturità, e ogni singolo livello è caratterizzato da requisiti tecnici e best practice.

Per questo motivo è importante mappare il livello di maturità: i reparti IT, conoscendo il dominio di appartenenza, possono capire quale best practice bisogna applicare per far evolvere le API e rispondere alle esigenze di business.

Dato che ogni ambito di applicazione ha delle peculiarità, c’è anche una forte frammentazione perché ogni figura IT lavorerà sulla base delle proprie competenze su uno specifico asse: le aziende devono necessariamente dotarsi di una persona che gestisca i vari team e che faccia seguire loro le stesse linee guida, come un API Product Manager.

Inoltre, la gestione delle API in questa ottica richiede un processo costante e laborioso. Bisogna dotarsi anche di una specifica strategia che risponda alle domande: perché? Chi? Come? Quando?

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Maurizio Avilia
Project Manager e IT Architect

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