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Da quando è stata costituita nel 1995 sull’onda di Linux, di Apache Web Server, del PHP e di MySQL (tutti allora di recentissima creazione), Intesys ha sempre creduto nel valore del software open source e li ha sempre utilizzati nella convinzione di portare in questo modo un valore aggiunto ai progetti dei propri clienti. La nostra consapevolezza è negli anni cresciuta fino a far diventare la scelta di strumenti e prodotti open source non solo una “opzione privilegiata”, ma spesso l’unico percorso che teniamo in considerazione.
Siamo stati quindi davvero molto colpiti ed entusiasmati dalla pubblicazione, da parte della Unione Europea, dello studio “L’impatto del software e dell’hardware open source sull’indipendenza tecnologica, la competitività e l’innovazione nell’economia dell’UE”.

Lo studio UE sull’open source

La UE ha dedicato un approfondimento puntuale alle realtà economiche che operano nell’ambito dell’open source in Europa, misurando il loro impatto attuale e futuro sul suo sviluppo competitivo: un impatto (positivo) che va oltre ogni aspettativa.

“<L’open source> È nei supercomputer, nella blockchain, nell’Internet delle cose e nell’intelligenza artificiale. È in Internet. È nei nostri telefoni e nelle nostre TV. Ci fornisce lo streaming multimediale. È nelle nostre auto. Gestisce il controllo del traffico aereo europeo.
È probabile che, in qualsiasi nuovo progetto che coinvolga software, dagli elettrodomestici da cucina, ai servizi pubblici basati sul web fino a strumenti industriali altamente specializzati, la maggior parte del codice sarà basato su open source”.

La ricerca mette a fuoco quali siano le possibilità che si aprono all’Unione Europea per raggiungere obiettivi chiave come crescita economica, maggiore competitività, innovazione e creazione di posti di lavoro attraverso l’uso, la promozione e il sostegno dei Software e dell’Hardware Open Source (OSS e OSH).
Gli sviluppatori OSS dell’UE sono rappresentati in gran parte da sviluppatori indipendenti, accademici, personale della Pubblica Amministrazione e dipendenti che contribuiscono in modo significativo all’ecosistema OSS globale. In particolare, sono i dipendenti delle piccole e piccolissime imprese che contribuiscono maggiormente con i propri commit allo sviluppo dei codici: basti pensare che le aziende con 50 o meno dipendenti hanno realizzato quasi la metà di tutti i commit sottomessi.

Quantificazioni economiche

L’analisi dei dati mostra che nel 2018, in tutti gli Stati membri, l’impatto economico dell’OSS è stato compreso tra 65 e 95 miliardi di euro.
Si calcola che con un incremento del 10% degli investimenti in OSS, sarebbe lecito attendersi un aumento del PIL che oscillerebbe tra lo 0,4% e lo 0,6% annuo con lo stimolo allo sviluppo di almeno 600 nuove start-up ICT all’anno.

Riduzione del Total Cost of Ownership, prevenzione del vendor lock-in e impiego di standard sono indicati come i principali elementi impattanti la scelta OSS, specialmente in ambito pubblico.

Un altro dato interessante è che nello spazio UE i singoli contributori ai progetti open source sono stati almeno 260.000, pari all’8% dei quasi 3,1 milioni di addetti UE nel settore della programmazione informatica.
In totale, gli oltre 30 milioni di commit nel 2018 provenienti dagli Stati membri dell’UE rappresentano un investimento di forza lavoro (stimato su impiegati full time) pari a quasi 1 miliardo di euro, i cui risultati sono utilizzabili da tutti e quindi non devono essere sviluppati nuovamente da altri.

Le opportunità per le aziende

Le motivazioni più frequenti che spingono le imprese europee a partecipare a progetti legati a software open source, in ordine di priorità, sono:

  • Trovare soluzioni tecniche;
  • Evitare il lock-in del fornitore;
  • Portare avanti lo stato dell’arte della tecnologia;
  • Sviluppare codice di alta qualità;
  • Ottenere risultati in ricerca e sviluppo;
  • Creare conoscenza.

I principali fattori di coinvolgimento sono: la convinzione personale dei singoli partecipanti nel valore di questo tipo di modello di sviluppo collaborativo, la riduzione dei costi di manutenzione interna, l’accesso al codice royalty-free, l’aumento dei ritorni sugli investimenti in ricerca e sviluppo, la creazione di reti, lo sviluppo di risorse aperte come le libraries di uso comune e il miglioramento della corporate reputation.

La ricerca sottolinea che occorrono maggiori finanziamenti in R&S relativi a progetti OSS e OSH da realizzare attraverso programmi esistenti, come Horizon Europe, e nuove iniziative, mirate sulle esigenze di PMI, microimprese, start-up e singoli sviluppatori. Questa conoscenza deve poi essere diffusa e per questo sarebbe importante fornire forti incentivi per il caricamento del codice generato in progetti di ricerca e sviluppo finanziati con fondi pubblici in archivi OSSH con sede nell’UE accessibili al pubblico: a questo scopo serve anche supportare lo sviluppo e la manutenzione di piattaforme e depositi comuni, nonché di reti ospitate nell’UE.

Definire una strategia OSS continentale

La ricerca ha rilevato che le politiche OSS in ambito pubblico spesso non hanno avuto successo: per esempio, le leggi che prevedono lo sviluppo e il riutilizzo degli OSS all’interno del settore pubblico non hanno avuto generalmente un impatto rilevante (sia in Italia che nel resto dell’Europa), spesso a causa dell’assenza di linee guida concrete per l’attuazione.

Nei Paesi che oggi hanno un settore privato particolarmente dinamico nel mercato del software come Corea del Sud e Cina, l’Open Source ha svolto un ruolo importante nella politica industriale. I governi europei, invece, hanno adottato in gran parte un approccio più liberale e oggi, l’UE si trova nella condizione di dover recuperare terreno.
La ricerca comunque conferma l’importanza di una strategia per l’open source a livello continentale, chiarita nel documento del 20/10/2020 della Commissione Europea: “OPEN SOURCE SOFTWARE STRATEGY 2020-2023 Think Open”.

Responsabilità civile e sostenibilità sociale

Nel documento si parla esplicitamente di “responsabilità civile” a proposito della condivisione aperta del codice e delle informazioni, fuori da condizioni restrittive di diritti d’autore e brevetti.

La condivisione libera “abbassa i costi per la società, incrementa la conoscenza e massimizza il potenziale di crescita della digital economy” perché “L’ICT non deve più essere considerata un settore specifico ma il fondamento di qualsiasi sistema economico moderno e innovativo”.

Il tema della responsabilità civile citato richiama quello della sostenibilità sociale definito dal Global Compact delle Nazioni Unite come “ciò che consente al mondo un futuro migliore in ambito sociale.”
Il principale aspetto di sostenibilità sociale di un progetto di Open Source Software (OSS) riguarda una più equa distribuzione della conoscenza tecnologica, in quanto:

  • tutti possono usarlo (è gratuito);
  • tutti possono studiare come funziona (è a codice aperto);
  • tutti possono redistribuirlo (è libero);
  • tutti possono modificarlo e distribuirlo modificato (è senza proprietà intellettuale).

È quindi evidente che le implicazioni sociali del software libero siano notevoli e positive, perché la condivisione aperta del sapere non permette a un gruppo ristretto di persone di sfruttarne la conoscenza per acquisire posizioni di potere e incentiva la nascita di nuove iniziative imprenditoriali più creative e più autonome.
Un esempio concreto di sostenibilità sociale perseguita tramite OSS è il progetto Open Hospital di Informatici Senza Frontiere: un software gestionale open source pensato per le aziende ospedaliere dei Paesi in via di sviluppo, a cui con Intesys contribuiamo da 7 anni.

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Ilario Gavioli
IT expert e General Manager Intesys

Dal 1995, Ilario predispone la strategia e identifica le tecnologie su cui focalizzare le attività in funzione dei piani di business delle aziende.

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