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Lo scorso 3 novembre scorso si è tenuto a Milano il RedHat Open Source Day, che vedrà la sua replica a breve anche a Roma il 15 novembre.

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La giornata si è svolta in due momenti distinti, una mattinata con sessioni plenarie a carattere business e il pomeriggio con 7 sessioni parallele a stampo tecnico nelle aree IT, che in questo momento sono in forte “fermento tecnologico”:

  • Big Data & Storage
  • DevOps
  • Collaboration tools & Soluzioni per le Banche
  • Linux & Container & Security
  • Cloud & IoT & Mobility
  • Cloud
  • Middleware

Per quanto riguarda la sessione business, ovviamente l’ha fatta da padrone la “Digital Transformation“. Tre sono stati a mio avviso i passaggi salienti della mattinata.

  1. Secondo la visione di Werner Knoblich, General Manager di RedHat EMEA (foto 1, in basso), la Digital Transformation è una priotità dei CEO e che vede quindi i CIO essere sempre più al fianco della direzione strategica (foto 2). Per affrontare questa transizione gli ingredienti chiave sono (foto 3):

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    • Nuove architetture: modulari, costruite per funzionare su container e microservizi (ospitabili in architetture cloud).
    • Architetture e soluzioni cloud o ibride.
    • Capacità di supportare il business e i processi: su quest’ultimo punto si è espresso chiaramente anche Maurizio Riva, Country Manager di Intel, dichiarando che c’è una carenza nella sfera di consulenza e supporto; capacità di saper coniugare nuove soluzioni a valore per il business attraverso le innovative tecnologie che già abbiamo e che i tecnici già sanno gestire.
  2. L’Open Source è in crescita e desta sempre più interesse. Ne è la riprova non solo il numero di partecipanti che gli organizzatori dichiarano 1300 ma anche:
    • Le case: Unicredit e Aviva: due mondi, bancario e assicurativo, fortemente legacy e vendor oriented che stanno creando progetti innovativi con componenti/prodotti Open Source.
    • Il panorama dello stack tecologico: non c’è un’area IT che non sia coperta da una o più soluzioni Open; RedHat stessa appone un claim “More Than Linux” (foto 1 in basso) e presenta una slide e una serie di acquisizioni che sono andate a coprire un ampio ventaglio delle necessità IT (come si evince espandendo la foto 2).
    • RedHat, tra le più note compagnie del settore, mostra la curva di incremento del fatturato: il traguardo di 1Billon dollar è stato tra il 93 e il 2011 e il raddoppio è avvenuto in soli 5 anni nel 2016 (foto 2).IMG_20161103_094251IMG_0131
  3. Secondo IDC nei prossimi due anni (entro il 2018) le aziende che sapranno affrontare la Digital Transformation correttamente sapranno fare la differenza; dobbiamo quindi aspettarci una “corsa ai talenti” e un raddoppio della forza lavoro legata al mondo dello “sviluppo software” .

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Chiudo con uno scorcio anche sulla parte tecnica, che ho seguito con molto interesse.

L’evoluzione dello sviluppo applicativo sta puntando molto a containers e Microservizi e, secondo gli addetti ai lavori, siamo ancora nell’apice della curva dell’Hype Cycle.

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I RedHat solution architect hanno mostrato esempi di applicazioni costruite su container quali Docker + Kubernetes (n.d.r. in realtà OpenShift) e su framework microservice oriented corredando poi con Camel (dalla suite Fuse) e 3scale API Management (dalla recente acquisizione di 3scale).

Nei prossimi anni sembra quindi che per il nostro settore non ci sarà certo da annoiarsi, anzi, sia sul piano della progettualità che delle architetture che dello sviluppo mediante nuove tencnologie si prevede un incremento delle forze da mettere in campo.

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Denis Signoretto
IT Architect & Senior Project Manager

Esperto da oltre 20 anni di soluzioni software open source e sviluppatore certificato Liferay, Denis in Intesys è specializzato di API Design per lo sviluppo di architetture Headless.

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