Skip to main content

Come forse avete notato, nei miei ultimi post mi sono focalizzato sul Content Marketing. Non poteva essere altrimenti, visto che è uno degli argomenti caldi del momento: da inizio anno, soltanto in Italia, contiamo quasi 12mila menzioni della tematica, tra blog, social e siti di informazione.

In Intesys parliamo quotidianamente di Content Marketing, sia all’interno della Unit Marketing, sia nei meeting con i clienti. Il confronto e l’aggiornamento sono continui. Tanto più che – essendo diventata una prassi comune pubblicare un gran numero di contenuti su web – siamo consapevoli che a fare la differenza saranno sempre di più i fattori qualitativi.

Come spesso accade, mi piace dipanare ragionamenti e divagazioni partendo da articoli in cui mi imbatto. Ottimo ispiratore è il blog di HubSpot, che recentemente si è soffermato sul valore che hanno i titoli degli articoli pubblicati online.

Non è un mistero che la qualità  di un titolo possa influire moltissimo sulle performance di un articolo: è da uno sguardo ad esso che decidiamo se proseguire con la lettura, o meno. HubSpot segnala una ricerca di BuzzStream e Fractl, che aiuta ad individuare quali elementi evitare, se vogliamo ideare un buon titolo.

Il periodo oggetto di analisi va da aprile 2014 ad aprile 2015. La ricerca ha preso in considerazione il mondo anglosassone, per cui ai nostri fini può essere soltanto indicativa. Credo però che alcuni spunti possano essere generalizzati.

Un buon titolo – sostengono – permette di distinguersi nella confusione generale e può aumentare il traffico di un post addirittura del 500%.

Ecco qualche suggerimento interessante:

  1. Evitate di inserire una domanda nel titolo, perchè gli articoli con una domanda nel titolo vengono condivisi il 70% in meno rispetto a quelli che ne sono privi.

  2. Se citate una fonte nel titolo, deve essere autorevole. Se non lo è, il numero di share precipiterà .

  3. Se volete moltiplicare la diffusione del post, scegliete un titolo che risulti interessante per il pubblico di Facebook: su questa piattaforma ha luogo ben più del 70% delle condivisioni.

  4. Utilizzare nei titoli termini specifici è meno vincente che usare quelli generici: ad esempio, premia più “alcool” che “whiskey” .

Ricordate infine che l’articolo deve mantenere la promessa inclusa nel titolo. Pare una considerazione scontata, ma quante volte veniamo “fregati” da titoli-allodola, cui non segue il contenuto di valore in essi promesso?

Questa prassi è controproducente: scoraggia la condivisione e inibisce lo sviluppo di processi di fidelizzazione. Se imbroglio il mio lettore, attirandolo con un titolo che poi non viene rispecchiato dal contenuto dell’articolo, perché dovrebbe ricompensarmi condividendo i miei contenuti o continuando a leggermi nel tempo?

No Article rating
0 Reviews
Cosa ne pensi dell'articolo?
  1. Amazing
  2. Good
  3. Bad
  4. Meh
  5. Pff
Alberto Mariutto
Inbound Marketing Strategist

Inbound Marketing Strategist di Intesys, Alberto accompagna i clienti nello sviluppo di progetti di Digital Marketing che siano in grado di raggiungere gli obiettivi di business, e al contempo permettano agli utenti di soddisfare i propri bisogni o desideri.

NEWSLETTER